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Introduzione

1. HaKadosh Baruch Hu ci ha distinto da tutti i popoli, ci ha dato la Toràh e ci ha fatto entrare in Eretz Israel, così da poter meritare di compiere le mizvot. HaShem ha fatto tutto ciò per il nostro bene, così da poter essere kedoshim ~ sacri per lui, e avere abbondanza di beni in questo mondo e nel mondo a venire.
2. Non solo ci ha donato la Toràh, ma ci ha anche comandato di non lasciarla. A questo scopo ci ha dato profeti che ci facciano fare teshuvà ~ tornare sulla giusta strada. Alla fine dell’epoca del secondo Bet HaMikdash ~ Santuario, a causa della sinat chinam ~ l’odio gratuito e della lashon harà ~ lingua cattiva che c’era fra di noi, il Bet HaMikdash ~ Santuario è stato distrutto e siamo stati esiliati dalla nostra terra.

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3. Dal momento in cui siamo stati esiliati preghiamo HaShem affinché ci salvi, e non abbiamo ancora avuto il merito che le nostre preghiere siano ascoltate, perché ci sono molti peccati che causano al nostro esilio di continuare, ma quello più grave di tutti è quello del lashon harà ~ lingua cattiva. Quindi, fin quando non riusciremo a correggerlo, come possiamo aspettarci che arrivi la redenzione??

4. Come potrebbero avverarsi le benedizioni di HaShem su di noi, dal momento che è scritto esplicitamente nella Toràh che chi parla lashon harà sarà maledetto?
È risaputo, in base a ciò che hanno detto i Nostri Chachamim, che è un peccato enorme, e chi studia le loro parole, e quello che dice lo Zohar al riguardo, gli si raddrizzeranno i capelli nello scoprire fino a che punto sia grave questo peccato.

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5. La Toràh è così severa rispetto al peccato del lashon harà, perché a causa sua viene aiutato il più grande accusatore del popolo ebraico (lo iezer harà) e questo comporta che siano uccise moltissime persone nel mondo.

6. Un altro motivo per cui questo peccato è così grave, è perché chi la parla danneggia la sua lingua dicendo parole vietate, in questo modo, quando parlerà di questioni sacre, queste non potranno salire in alto. E quando le persone commettono questo peccato migliaia di volte, senza provare a migliorarsi, rovinano i mondi superiori in modo incommensurabile.

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7. Questo divieto non è quasi considerato, o è addirittura considerato permesso da molte persone, perché lo iezer harà inganna le persone in due modi:
- Facendogli credere che quello che vuole dire non rientra nella categoria di lashon harà
- Che riguardo alla persona di cui si vuole dire male non è vietato parlare lashon harà.

8. Oppure lo iezer harà funziona nella persona in modo diametralmente opposto, facendogli credere che tutto quello che si vuole dire rientra nella categoria di lashon harà, al punto tale che la persona pensi che non si possa vivere in questo modo.

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9. Inoltre, molte persone non conoscono le regole che riguardano l’ascoltare lashon harà, non sanno che è vietato credere perfino in cuor loro a quello che sentono. Per questo tutta la situazione è sfuggita di mano e le persone si sono abituate a parlare di tutto quello che vogliono, senza pensare prima se sia permesso o meno dire ciò che vogliono dire. Ci siamo talmente abituati alla cosa che agli occhi di molte persone il divieto di lashon harà non è considerato neppure un divieto.

10. Il libro è diviso in due parti: le alachot che riguardano la lashon hara e quelle che riguardano lo spettegolare. Molti dei divieti dello spettegolare si possono dedurre da quelli sul lashon harà, ma è meglio ripeterli e specificare ogni regola considerando l’entità del peccato che si può arrivare a fare con la lingua, il Cielo ce ne scampi.

Shidduch (4/4)


1.     La norma generale: una persona deve stare attento ai cammini che percorre, in particolare per ciò che riguarda ciò che dice, e non mescolarsi in cose che riguardano il prossimo se non nei casi in cui sa bene le cose effettivamente, e pensare di raccontare le cose per un’utilità e non per odio o non sopportazione, e pensare a priori tutte le possibili conseguenze delle sue parole. E HaShem ci salvi da errori.
Completato B”H il testo Chafetz Chajim!

Shidduch (3/4)

8. Imbrogli. Nel caso sappia, prima che abbiano “concluso”, che una delle due parti sta imbrogliando l’altra sulle condizioni economiche decise, allora bisogna riflettere bene prima di rivelare la cosa, perché sono necessarie molte condizioni per farlo (oltre a quelle esposte precedentemente Rechilut 9:2): 
a. Davvero? Bisogna per prima cosa riflettere se è un vero imbroglio, conoscendo la sua cattiva indole oppure la sua situazione economica molto povera, oppure che ha sentito esplicitamente che è una farsa (Ma non decida immediatamente che le cose stiano così semplicemente se ha difficoltà, perché spesso vediamo persone del genere che mantengono la loro parola molto più di persone che hanno un livello economico molto alto) 
b. Avrebbe accettato comunque? Bisogna sapere se l’altra parte avrebbe accettato comunque di sposarsi, anche senza queste garanzie economiche. Perché nel caso in cui non influenzino la sua scelta è vietato rivelarlo. 
c. Imbroglio per imbroglio. Bisogna essere certi che anche l’altra parte non stia imbrogliando a sua volta. Perché in tal caso “si rendono pari” almeno per quello che riguarda il mio dovere/possibilità di parlare sulla questione. 

9. Imbrogli (2). Nel caso invece abbiano già “concluso” e sappia di un imbroglio, bisogna vedere un ulteriore fattore (oltre all’ultimo precedente e alle regole di Rechilut 9:2): nel caso in cui le sue parole vengano accettate come motivo per sospettare soltanto (ossia che si pari le spalle per non subire danni), allora lo dica; nel caso invece c’è il rischio che venga creduto completamente, e si arrivi anche a disdire il matrimonio, allora è vietato rivelarlo, perché non capita che ci siano tutte le condizioni necessarie (vedi Beer Maim Chajim 14 dal Chafetz Chajim – Tziur Shelishì:9)